Avevo circa 10 anni quando chiesi a mia madre perché non potevo ricevere per regalo anche io una pistola giocattolo come i miei cugini. La risposta mi infastidì molto “Sei femmina, e le bambine giocano con le bambole, assumono un linguaggio appropriato e non picchiano i compagnetti”.
Durante la mia infanzia fingevo di trovare piacere a stare con le amichette, ma non mi sentivo al mio posto: io amavo correre, andare in bici, giocare a fare la guerra, picchiarmi con gli altri bambini, e trovavo noiose le mie compagnette che piangevano in continuazione.
Crescendo dissi a mia madre che volevo continuare gli studi in un istituto tecnico. Lei ci rimase male, continuava a dirmi che un istituto magistrale sarebbe stato più “appropriato” per una donna.
Fu una lotta, ma alla fine la spuntai.
La mia vita iniziava a cambiare, finalmente potevo essere me stessa, ero circondata da uomini e la cosa mi entusiasmava: con loro potevo parlare di computer, videogiochi, sport…
Purtroppo l’entusiasmo era destinato a finire presto: percepivo dei cambiamenti in me, il mio corpo era diverso, le forme si accentuavano, i lineamenti erano più delicati. Sentivo l’esigenza di confrontarmi con le poche amiche che avevo.
Spesso mi ritrovavo a passare ore davanti allo specchio per decidere il vestito adatto, quello che mi faceva sentire bella. Feci crescere i capelli. Scoprii l’effetto del trucco. Ero desiderosa di essere notata.
Capii di essermi innamorata per la prima volta.
Ad oggi mi rendo conto che lo stereotipo della donna che gioca con le bambole, sogna di sposare il principe azzurro e vive per la famiglia, ci viene inculcato da piccoli. Cresciamo con l’idea che essere donne implichi sacrificio.
Ma da piccoli non siamo né donne e né uomini, siamo solo bambini. Il tempo per scoprire la sessualità arriverà al momento giusto.
Uscire dagli schemi, non mi ha reso meno donna, mi ha reso forte.
Quindi, donne, non abbiate paura di mostrarvi alla società così come siete.
Se volete andare in moto compratela, se vi piace il calcio, giocateci. Il mondo è anche nostro e dobbiamo viverlo come più ci aggrada.
Sono donna e sono felice di esserlo.