Il mio primo giorno di lezione di burlesque!
Si, per me è stato memorabile il primo giorno!
Finalmente anch’io avrei potuto indossare dei vestiti vintage!
La scuola di danza che frequentavo aveva inserito un nuovo corso: “burlesque”.
Il burlesque l’avevo sempre e solo visto in tv, mi aveva sempre affascinata, tant’è che desideravo molto vedere uno spettacolo dal vivo.
Ma torniamo alla mia “prima volta”: dopo una lezione di Zumba mi sono presentata alla prima lezione in tuta e scarpe da ginnastica. L’insegnante avrà sicuramente pensato che non sapevo cosa stavo andando a fare o forse che ero impazzita .
Nella prima parte della lezione ci ha spiegato il significato del burlesque con l’illustrazione di alcune immagini su libri a tema e nella seconda parte abbiamo iniziato la parte più “pratica”.
Primo esercizio: camminare morbide in modo elegante e soprattutto sculettare! Potete immaginare quanto fosse facile farlo con un paio di sneakers…
Dall’espressione dell’insegnante sembrava anche stessi facendo un bel lavoro. Solo dopo ho capito che quel dolce viso “recitava” (d’altronde la recitazione è fondamentale per il burlesque) e soprattutto voleva incoraggiarmi a tirare fuori il mio essere donna.
È stata una lezione di risate e di “non ce la farò mai”.
Lisa, la mia insegnante, che mi piacque molto dal primo momento, fu talmente stregata dalla mia elegante camminata che ad un certo punto mi guardò e mi disse: “Tu hai parcheggiato fuori il camion?”
Ebbene si, mi aveva soprannominata CA-MIO-NI-STA!
Da lì è partita la mia sfida! Sapevo che sarei riuscita a camminare dignitosamente su dei tacchi, quindi decisi di avere un outfit per le lezioni a seguire adeguato alla disciplina in questione.
Volevo che il camionista si trasformasse in una bomba sexy, invece all’inizio sembravo una povera papera su dei trampoli. Mi viene ancora da ridere al pensiero.
“Correggi la postura, correggi l’espressione, correggi il portamento! Le braccia! Non abbandonarle, sono tue!”.
Ad ogni correzione suggerita da Lisa era un brontolio continuo, finché un giorno portò con sé un assistente particolare per disciplinarmi, “il frustino”(un po’ me lo meritavo, ho delle oggettive difficoltà a stare in silenzio…).
Col passare del tempo reggicalze, stringivita, tacchi e rossetto rosso sulle labbra mi rendevano sempre più piacevole ai miei occhi davanti a quello specchio che, in precedenza, evitavo volentieri, mentre il frustino mi aiutava ad essere più disciplinata e riuscire ad essere più professionale e sensuale.
L’appuntamento settimanale con Lisa era diventato essenziale, una vera seduta psicologica che rafforzava la mia autostima! Non potevo saltare la lezione se non per cause di forza maggiore.
Seguirono saggi e spettacoli e, malgrado la mia insicurezza e soprattutto la paura di sbagliare o di non piacere, furono apprezzati dagli spettatori e rafforzati da complimenti inaspettati.
Nonostante le mie forme “imperfette” so che ho una femminilità che ha bisogno di essere “sfoggiata”.
Il segreto è farlo con la maturità di una donna e l’innocenza di una bambina, perché ho capito che l’ingrediente principale per una burlesque performer è il divertimento!