La parola “empowerment” nei miei studi di quasi pedagogista, ha sempre significato dedicarsi all’altro per poterlo aiutare a scoprirsi e a capire quanto vale, quindi ad emanciparsi.
Sono sempre stata una ragazza attenta al benessere altrui, tanto da scegliere di fare di questa mia predisposizione la mia professione.
Ma chi si sarebbe occupato di me quando ne avrei avuto bisogno?
Questa domanda non me la ero mai posta fino a qualche tempo fa, quando ho deciso di intraprendere un percorso di conoscenza di me stessa che, fortunatamente, sta durando tutt’ora.
Fino a Settembre dell’anno scorso infatti, se mi aveste conosciuta, avreste avuto l’impressione di aver davanti una persona completamente insicura di sé. Ovviamente la situazione è andata migliorando ma non è del tutto risolta: resto sempre quella che prima di un esame si fa mille paranoie e che ha paura di parlare chiaramente per non ferire l’altro, ma ci sto lavorando.
Cos’è cambiato da Settembre 2016 ad oggi? Tante cose, ma sicuramente quelle che hanno influito di più sulla mia “rinascita”, sono state un percorso interiore e l’incontro del magico mondo del Burlesque.
Sì avete capito bene, il Burlesque, “l’arte che ruba da tutte le arti”, scoperto per caso e amato fin da subito.
Non nego che le lezioni iniziali mi abbiano messo a dura prova per la vergogna che avevo di mostrarmi agli altri, ma con l’aiuto della mia fantastica insegnante e l’appoggio di quelle pazze delle mie compagne di avventura, la situazione è andata migliorando, fino a una “degenerazione” senza dubbio positiva!
In mezzo a paillettes, boa di struzzo, tacchi, vestitini e pasties, ho scoperto una nuova me, più femminile, più frivola ma anche più sicura del suo corpo, corpo che ho iniziato ad apprezzare nonostante qualche chiletto in più.
Poi, alla fine di questo percorso, c’è stato l’appuntamento con il saggio: il timore di mostrarsi in pubblico, l’ansia di sbagliare, ma allo stesso tempo l’eccitazione, sono state il mix perfetto per buttarmi sul palco e fare spettacolo.
Quella sera avevo il cuore a mille, ma più ballavo, più mi sentivo me stessa e libera di esprimermi.
E’ stato in quel momento che ho capito che l’empowerment che ho sempre studiato sui libri, stava entrando a far parte della mia vita.
Da allora infatti ho iniziato a vedermi sotto un’altra prospettiva, e a percepire sicurezza in me stessa, grazie alla quale ho potuto sperimentarmi in esperienze che prima non avrei mai avuto il coraggio di affrontare, come ad esempio uno shooting fotografico. Capite? Io, il brutto anatroccolo quale credevo di essere, ho fatto addirittura un book fotografico e ho ricevuto complimenti, non mi sembra vero!
Per cui a quelli che mi dicono con facce stranite: “Ah quindi fai Burlesque, ma ti spogli?”, adesso ho il coraggio di rispondere in modo fiero “Sì, e se proprio volete saperla tutta, beh, mi diverto anche a farlo!”