Non poteva capitarmi quarantena peggiore o migliore: dipende dai punti di vista.
Dall’8 marzo (per poco più di un mese) sono rimasta “bloccata” a casa di mia nonna e la mia quarantena è stata totalmente girl power: con nonna, mamma, zia e figlia.
Una nonna palermitana di nascita, ma principalmente cuoca nell’anima e soprattutto NONNA vera, dalla N alla A.
Una zia che si sta districando tra smart working e il vero working: fare la PRO zia, migliore che ci sia.
Una mamma che… Vabbè, ci sarà un motivo per cui sono andata a convivere 6 anni fa, no?! Che però si sta rivelando una super nonna da più di un anno a questa parte.
Ed infine una figlia che ha ben deciso, un paio di giorni prima di questo lockdown, di imparare a camminare e che, grazie alla convivenza con le nonne e pro, sta diventando una tipetta complicata e (poco poco) viziatina.
Durante questo isolamento, causato anche da un po’ di malessere non grave, mi sono dedicata (come la quasi totalità della popolazione italiana) alla cucina: spaziando tra polpette, arancine, pizza, focaccia, tigelle, panzerotti e una svariata quantità di torte e dolci.
Tutto questo lontano dal padre di mia figlia che, tra una videochiamata e l’altra, si è “goduto” questo difficile momento nel nostro appartamento: tra una dormita fino a mezzogiorno e un pasto delivery.
Ma alla fine, dopo più di un mese, a casa ci sono tornata ed ho ritrovato un super papà che fa un sacco di cose mentre io ho iniziato a fare smart working continuando a cucinare (è ingrassato da quando sono tornata!): il primo pensiero appena sparecchio la tavola dopo ogni pasto è “Cosa mangiamo domani/stasera?“.
Imbarazzante.
La mia è una “quarantena a panza piena”.
La pulce continua zompettare, non parla, ma si fa capire meglio di molti adulti.
Cresce a vista d’occhio ed è bellissimo viverci la nostra famiglia h 24 (con qualche sclero) tutti insieme, gatta inclusa, che passa le giornate a cercare di dormire lontano dalla “creatura mobile e rumorosa” che cerca di prenderla.
Mi mancano gli amici, mi mancano gli abbracci e le passeggiate, lo shopping e la “libertà” di scegliere di stare a casa o meno.
Ma in fondo sto bene, stiamo tutti bene, non ho di che lamentarmi e sono felice così.