“Io ti conosco mascherina”, così cantava Piero Pelù in una sua canzone.
Si lo so che non è “farina del suo sacco”, ma quanti di voi l’hanno cantata in questo periodo di quarantena, fase 1, fase 2 e ora pure fase 3?
“Povera me”, dicevo all’inizio della quarantena, “se devo uscire con la mascherina non esco proprio e me ne sto a casa!”.
Questo proposito si è ovviamente sfracellato al suolo davanti alla necessità di fare la spesa. Così ho dovuto “imparare” una nuova routine e a rispettare (giustamente) le regole: non solo devo indossare la mascherina, ma devo igienizzare le mani e mettere anche i guanti!
“Ma questo è un incubo!”, questo il pensiero alla mia prima spesa, quando ho scoperto che avrei dovuto anche porgere la fronte per la misurazione della temperatura. Ho sorriso vedendo anche gli uomini in fila, pensando che in fondo avrebbero potuto anche non misurarla: avete mai visto un uomo in giro con la febbre a 37.5? Si scherza, ovviamente!
Durante il lockdown abbiamo vissuto scenari post-apocalittici: entravi al supermercato anche al sabato mattina, momento in cui il sessanta per cento delle famiglie va a fare la spesa. Ti sembrava irreale: nessuna attesa alle bilance, nessuna calca vicino alle offerte sui banchi e nessuna fila alle casse.
In compenso ne avevi fatta una fuori di un’ora e mezza!
Andavi nei reparti e trovavi sbarrati prodotti non ritenuti di prima necessità: reparto cancelleria, reparto vestiario, reparto giardinaggio. Ma siete seri? Cioè io non posso colorare, non posso comprarmi un paio di calze e non posso fare giardinaggio??? No! Posso comprare solo cibo!
E infatti, grazie alla quarantena, sono diventata più larga che alta. Difficile stare lontana dai fornelli, che sono una mia grande passione.
Ho provato anche ad andare nel reparto alcool e disinfettanti per farne scorta: ormai sono ai primi posti della lista della spesa di tutte e tutti noi. Ma ciao, deserto dei tartari! Va bene, mi laverò con la candeggina. Quando le mie mani saranno corrose, starò a casa fino al risanamento.
Comunque, tornando alla maledetta mascherina, la troviamo in tutte le salse: chirurgiche, kn95, ffp3, ffp2, con filtro, senza filtro, personalizzate, lavabili, colorate e chi più ne ha, più ne metta. Ormai mi sono fatta una cultura in proposito.
Nonostante l’odio che provo per lei, alla fine riesce a farmi godere, inaspettatamente. E continuo a godere, sapete quando?
Ogni volta che la levo!
Provo la stessa meravigliosa sensazione di quando, dopo un’intera giornata di lavoro, mi levo il reggiseno. CHE GODURIA!!!
Sia chiaro che, tra mascherina e reggiseno, io preferisco levare il reggiseno. Infatti non vedo l’ora di poterlo fare di nuovo su un palco con le mie fanfar-colleghe!!!
Alla fine ci si abitua anche a lei, l’odiosa ma necessaria mascherina.
È così importante che devi anche tornare indietro a prenderla se la dimentichi.
Ormai l’elenco delle cose da prendere che faccio prima di uscire di casa è standard: le chiavi le ho, il cellulare ce l’ho, gli occhiali pure e la mascherina la metto. Ok posso andare!